Oasi Lago Salso: niente di quello che accade alla natura è mai distante da noi

C’è un dolore che non fa rumore, ma che ti si infila dentro piano, come la cenere che si posa ovunque dopo un incendio.

Quello che è accaduto all’Oasi Lago Salso ci lascia senza fiato, e non per il fumo che ha oscurato il cielo, ma per la ferita profonda inferta a un luogo che è molto più di una riserva naturale. È un rifugio, una culla di vita, un respiro lento tra la terra e il mare.

Abbiamo visto bruciare un pezzo del nostro paesaggio, della nostra storia, del nostro futuro. E mentre le fiamme divoravano i canneti, le tane, i nidi, ci siamo sentiti piccoli, impotenti, arrabbiati. Ma anche uniti. Perché in momenti così ci si scopre comunità. E allora il pensiero va a chi ha lottato contro il fuoco, a mani nude o con mezzi troppo pochi per tanta devastazione. A chi conosce ogni angolo di quell’oasi e oggi lo ritrova annerito, irriconoscibile. A chi ci ha messo l’anima per proteggerla, giorno dopo giorno.

Ci chiediamo che effetto potrà avere tutto questo anche sul mare. Perché in fondo quel luogo non è solo un’oasi: è un abbraccio tra dolce e salato, tra ali che volano e branchie che nuotano. Tutto è connesso. Il silenzio improvviso degli uccelli, la scomparsa di una barriera vegetale, lo squilibrio creato da una mano criminale possono trasformarsi in onde più larghe, che arrivano fino alla costa, e che cambiano le correnti invisibili che tengono in piedi il nostro fragile ecosistema.

Il Mangiamare nasce per celebrare il mare, ma oggi lo vogliamo fare nel modo più sincero: chinando la testa davanti a una ferita aperta e promettendo di non dimenticare. Di proteggere. Di reagire.

Ci sarà tempo per ricostruire, ma serve subito la consapevolezza. Perché niente di quello che accade alla natura è mai distante da noi.

E oggi, più che mai, quel mare che raccontiamo e amiamo ci sembra un po’ più solo.